2022 2+2+2= 6 stato intenso!


Il 2022, contabilmente parlando, è iniziato e finito con fatture per Istituzioni Veneziane.

Coincidenze? Io non credo!

Indubbiamente gli Archivi fotografici presenti sul territorio dell’unica Repubblica Marinara sull’Adriatico hanno vita dura nel cercare di proteggere i materiali fotografici che ospitano. La qualità del clima e le peculiarità della città, abbinate alle difficoltà logistiche e alla cronica mancanza di spazi sono fattori che mettono a dura prova la permanenza delle immagini e in special modo quella degli archivi di negativi su pellicola.

Nel 2022 abbiamo potuto monitorare lo stato conservativo dei fondi di negativi del Museo Correr, delle sale a Temperatura e umidità controllata (TUC) del CSAC di Parma, del Mart di Rovereto, dell’Archivio Baita di Vercelli e dell’Archivio Fotografico Toscano.

Avremmo voluto vedere immagini di guerra non in televisione ma solo nei Fondi Orsini, dell’Istituto Parri e Musini della Biblioteca Leoni di Fidenza.

Col Fondo Publifoto abbiamo fatto un salto indietro, negli anni di piombo, e ancor più indietro coi Festival di Sanremo, nel periodo del boom economico. Negli stessi anni sono state scattate le quasi 15000 immagini di Ranfagni che abbiamo provinato digitalmente per l’AFT.

Gli interventi sui materiali degli Archivi  di Stato di Torino, Rovigo e Bologna ci hanno fornito la nostra dose annua di fotografia tecnica e industriale.  La razione di beni storico-artistici è stata assicurata dai fototipi dell’Accademia di Belle arti di Firenze.

Abbiamo condiviso un po’ della nostra esperienza e le novità riguardanti le linee guida per la digitalizzazione nelle due edizioni del corso per la Gestione degli Archivi Fotografici  organizzate dal Settore Patrimonio della Regione Emilia Romagna. Fare formazione ci piace un sacco, bisognerebbe farlo più spesso! (come si dice sempre delle lenticchie a fine anno)