Conservazione di fotografie: principali danni


Fotografie: danni e cause di degrado

Lo stato conservativo dei materiali fotografici dipende essenzialmente da alcuni fattori, vediamo quali!

  • Struttura chimico fisica dei materiali
  • Trattamenti in fase di sviluppo/stampa/montaggio
  • Vita produttiva -manipolazioni/utilizzo
  • Materiali/ambienti di conservazione
  • Eventi imprevisti

Cerchiamo di avere sempre presente che moltissimo materiale  fotografico è costituito da un supporto (vetro, carta, plastica) sul quale viene stesa una emulsione fotografica fatta di sali d’argento e gelatina animale.

Confrontandoci con la nostra esperienza “casalinga” pensiamo all’argenteria e alla gelatina. e ai fattori  che influiscono su questi materiali.

Esposizione alla luce e all’aria  fa macchiare l’argenteria,  la gelatina si rammollisce e si rassoda al variare della quantità di acqua.

Applichiamo ora questo agli oggetti fotografici che sono argento+emulsione+supporto e avremo una idea delle potenziali cause di degrado dei materiali fotografici

 

Struttura chimico fisica dei materiali

Alcuni materiali fotografici  sono particolarmente delicati sin dal loro nascere, tra questi i dagherrotipi, i negativi in nitrato di cellulosa, le albumine prive di supporto.

albumine arcigne

Che cruccio le albumine arrotolate! Prive del supporto tendono a diventare “sigarette”

Per una migliore conservazione  di questi materiali occorre saperli riconoscere e trattarli con particolare cura.

Il caso più eclatante di “materiale compromesso sin dalla nascita” sono I negativi in nitrato.

Pizze di pellicola in nitrato di cellulosa

Rotoli di pellicola in nitrato di cellulosa

Pensate che nel restauro delle pellicole cinematografiche dopo la duplicazione  su supporto SAFETY  (ora in digitale) le pizze  venivano prese a colpi di accetta e mandate all’inceneritore.

accetta

 

Trattamenti in fase di sviluppo/stampa/montaggio

Un  buon  lavoro del fotografo in camera oscura è  fondamentale per la permanenza dell’immagine fotografica.

Fissare a fondo l’immagine e concludere sviluppo e stampa con un accurato lavaggio per rimuovere i residui di tiosolfato è una solida base per creare immagini durature.

Una volta stampata la nostra fotografia è pronta per far bella mostra di sè. Di frequente le stampe venivano montate  su di un supporto secondario.

La scelta dell’adesivo, o degli accessori di montaggio (come in caso degli angolini degli album)   e la cattiva qualità del  supporto secondario,   determinano ingiallimenti, foxing, e altre alterazioni.

 

Albumina su due supporti diversi

Questa immagine (una stampa all’albumina) è stata montata dal fotografo su due cartoncini diversi. Ecco come appare dopo un centinaio di anni….

Vita produttiva, manipolazioni, utilizzo.

Prendi una foto trattala male…

Le immagini fotografiche, come le persone, hanno un corso vitale.

Alcune  giacciono intoccate nei cassetti, altre viaggiano nei portafogli, altre  di mostra in mostra, di concorso in concorso.

Etichette di concorsi e mostre

Fotografia “viaggiata”
Questa immagine ha girato mezzo mondo, ne sono tesimoni le etichette di concorsi e mostre che porta sul verso

Alcune vengono incorniciate, e sono appese per essere guardate con una certa reverenza, altre vengono scribacchiate sul recto e sul verso, sono strumenti di lavoro per architetti, storici dell’arte e grafici.

fotografia come strumento di lavoro

Scritte sul retro di una immagine per illustrare un progetto di restauro

 

I fotografi  che utilizzavano nastro adesivo per scontornare le immagini  non pensavano che col tempo gli adesivi avrebbero potuto  creare danni ai materiali, dovevano in fretta consegnare al cliente una stampa in cui l’poggetto della ripresa fosse  bene evidente e ai tempi… photoshop non c’era ancora.

Nastro isolante adeso alla busta

Nastro isolante utilizzato come scontorno che ha rilasciato collante  saldando alla busta una lastra fotografica

Maldestre manipolazioni di lastre in vetro e di positivi portano a rotture, lacune, pieghe.

Per darvi qualche consiglio su come maneggiare in sicurezza  fotografie e  negativi materiali abbiamo fatto una apposita pagina che trovate qui

Materiali/ambienti di conservazione

Abbiamo preparato due paginette  per illustrare i materiali conservativi, sia quelli idonei che quelli  da sostituire e una pagina supplementare dedicata al PAT (Photographic Activity Test)

La maggior parte delle ricerche scientifiche degli ultimi anni ha appurato che per rallentare il degrado dei materiali fotografici è indispensabile esercitare un severo controllo del microclima negli ambienti nei quali i materiali vengono conservati. i materiali che costituiscono le fotografie infatti sono particolarmente sensibili agli sbalzi termoigrometrici ed in particolare subiscono  danni alle emulsioni, ai leganti, ai supporti quando sono conservati in ambienti molto umidi.

All’inizio della nostra avventura professionale (correva l’anno 1990)

si diceva che i materiali fotografici dovessero essere conservati a 20°  di temperatura e con una umidità relativa dal 40 al 60%.

Oggi le normative riconoscono sufficienti questi parametri (room storage)  per i soli positivi alla gelatina in bianco   e nero e appena accettabili per i negativi alla gelatina su lastra in vetro.

I dati confermano che tendenzialmente ogni grado di temperatura in meno, ottenuto con un adeguato impianto di climatizzazione allunga sensibilmente la vita dei materiali fotografici più delicati come i negativi su supporto flessibile e i materiali a colori.

Ritengo indispensabile dotare l’ambiente in cui i materiali fotografici sono conservati di  un qualsiasi mezzo di monitoraggio dei valori termoigrometrici.

Prendete un termometro, un igrometro a capello, una stazione metereologica della L**L,  un vecchio termoigrografo (ma tenete conto del costo dei pennini e delle cartine   che non è basso)  oppure… prendete un datalogger (anche economico, come questo ) e rendetevi conto di come temperatura e umidità cambiano con il mutare delle stagioni. Controllate le variazioni per un anno e poi valutate il da farsi.

controllo termoigrometrico

Controllo termoigrometrico

Avremmo troppe cose da scrivere per cui per il degrado causato da  arredi scatole e buste non idonee  vi rimandiamo a questa pagina di approfondimento.

 

Eventi imprevisti

A volte succede, e quando succede bisogna agire in fretta!

Ovvero come avere con una sola disgrazia un doppio danno.

In caso di incendio in un archivio che conserva materiale fotografico e che non è fornito di impianto antiincendio a gas  di solito arrivano i pompieri!

E’ così che ai danni causati dal fuoco si sommano i danni causati dall’acqua.

BINGO!

 

Danni causati da incendio in deposito di materiali fotografici

Danni causati da incendio in deposito di materiali fotografici

 

Effetti collarterali di incendio in deposito di materiali fotografici

Effetti collarterali di incendio in deposito di materiali fotografici

 

 

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